domenica 15 febbraio 2009

40. Incapaci di giocare

I casi raccontati nei due post precedenti riguardano un fatto su cui oramai concordano tutti gli psicologi, gli economisti, i biologi: l’evoluzione ha “cablato” nel nostro cervello riposte automatiche che poco si accordano con la complessità.
Simon ha dimostrato che il nostro cervello non è in grado di cogliere la complessità. Kahneman (nella foto) ha dimostrato che nelle decisioni che riguardano dinamiche collettive come quelle economiche non siamo così razionali come vorrebbe la vecchia teoria dell’homo oeconomicus.
In effetti, per almeno un milione di anni siamo vissuti in piccole comunità, abbiamo combattuto per il cibo contro competitori potenti, ci siamo difesi da predatori feroci. Questo ha fatto sì che la selezione naturale ci dotasse di risposte automatiche verso il pericolo, ci orientasse a cercare ripetizioni e persistenze nella realtà, ci rendesse sospettosi verso gli estranei, ci spingesse a vedere alleati solo in quelli del nostro ristretto piccolo gruppo.
Si tratta, in generale, di automatismi adatti a giochi “piccoli” e a “somma zero”.
Nulla a che vedere con un’economia e con una cultura globalizzata.
Internet sta prendendo il piccolo australopiteco diffidente e lo sta sbattendo nell’oceano dei giochi “a somma maggiore di zero”, dove le opportunità sono enormi ma lui non ha occhi per vederle.

Nessun commento: