domenica 24 febbraio 2008

4. FORMAZIONE CONVIVIALE

Dov’è che le persone parlano di più e sono più vere? Attorno a un tavolo su cui ci sia almeno un po’ di pane e un po’ di vino.
Il pane si può produrre, portando i necessari ingredienti, impastando e cuocendo assieme. In fondo bastano due o tre fornetti.
Nel capitolo XCIV di Moby Dick, Melville ci racconta un’esperienza significativa che riguarda un’attività simile all’impastare, descrivendo come la manipolazione dello spermaceti (1) porti lentamente a generare nella mente pensieri di serenità e fratellanza. È una splendida rappresentazione ante-litteram della teoria dell’embodied mind.
“Si era raffreddato e cristallizzato a tal punto, che quando con parecchi altri mi sedetti davanti a un gran bagno costantiniano di questo spermaceti, lo trovai stranamente rappreso in grumi che nuotavano qua e là nella parte liquida.
Era nostro compito spremere questi grumi per farli tornare fluidi. Un compito dolce e mellifluo! Non c'è da meravigliarsi che anticamente questo spermaceti fosse un cosmetico così pregiato. Era un tale purificatore e dolcificatore! Un tale rinfrescante, un emolliente così delizioso! Ci avevo tenuto dentro le mani pochi minuti, e già mi sentivo le dita come anguille che cominciavano, per così dire, a serpeggiare e torcersi a spirale.
Mentre sedevo lì comodamente sul tavolato, con le gambe incrociate, dopo i duri sforzi all'argano, sotto un quieto cielo azzurro, e la nave con le sue vele indolenti scivolava innanzi con tanta serenità; mentre tuffavo le mani tra quei soavi, morbidi globuli di tessuti infiltrati, formatisi quasi al momento, ed essi si frantumavano oleosi tra le dita e liberavano tutta la loro abbondanza, come grappoli d'uva ben matura il loro vino; mentre annusavo quell'aroma incontaminato, che veramente e letteralmente è come il profumo delle violette a primavera, vi giuro che per un tratto vissi come in una prateria muschiata, dimenticai tutto del nostro terribile giuramento, me ne lavai le mani e il cuore in quello sperma ineffabile, e quasi cominciai a credere alla vecchia superstizione di Paracelso, che quell'olio abbia una rara virtù di calmare il calore dell'ira. Bagnandomi in quel bagno, mi sentivo divinamente libero da ogni desiderio di male, da ogni petulanza o malizia di qualsiasi sorta.
Spremi! spremi! spremi per tutta la mattina; spremetti quell'olio finché mi sentii sciogliere quasi con esso,
spremetti quell'olio finché mi prese una strana sorta d'insania, e mi trovai senza volerlo a spremere in esso le mani dei compagni, scambiandole per i globuli gentili. Un così abbondante, affettuoso, amichevole e amoroso sentimento creava quell'occupazione, che alla fine io stringevo di continuo le loro mani e li fissavo negli occhi con uno sguardo tenero,quasi a dire: Oh miei diletti simili, perché continuare a nutrire rancori sociali o a sentire il più lieve malumore o invidia?
Su, stringiamoci le mani tutti in giro, anzi spremiamoci l'uno nell'altro, spremiamoci universalmente nel latte stesso e nello spermaceti della bontà.
Potessi spremere per sempre quello spermaceti! Perché ora, che per molte e ripetute esperienze mi sono resoconto che in ogni caso, alla fine, l'uomo deve abbassare o per lo meno trasferire la sua idea della felicità che si può raggiungere, non collocandola in qualche zona dell'intelletto o della fantasia ma nella moglie, nel cuore, nel letto, nella tavola, nella sella, nel focolare, nel proprio paese; ora che ho capito tutto questo sono pronto a spremere la tinozza in eterno. Nelle mie pensose visioni notturne ho visto lunghe file di angeli in paradiso, ciascuno con le mani in una giara di spermaceti.”

(1) Lo spermaceti era molto usato in passato per fabbricare candele e unguenti vari. Fino alla produzione del suo sostituto sintetico (cetilpalmitato), lo spermaceti fu ricavato dalla testa della balena. Il nome fu dato anticamente a questa sostanza perché la si riteneva il seme del cetaceo.

giovedì 21 febbraio 2008

3- IMPARARE CAMMINANDO

La teoria dell’ embodied mind può essere sintetizzata con una certa semplicità: noi pensiamo con tutto il nostro corpo. La sede del pensiero e della comunicazione non è solo il cervello.
Al livello dell’evoluzione della specie, è dimostrato che la nostra cultura e il nostro modo di pensare si sono sviluppati in certi modi perché, ad esempio, possediamo un pollice opponibile e due occhi frontali (non laterali).
Al livello del comportamento individuale, è dimostrato che i pensieri mutano a seconda della posizione del corpo, o del modo di camminare.
Possiamo dire che certi pensieri e certi modi di pensare sono diversi se stiamo seduti a una scrivania o se stiamo camminando.
Fare formazione in piedi, muovendosi, magari all’aperto non è solo una moda che avanza sotto il nome di outdoor training. C’è un fatto: i pensieri e le discussioni sono diversi. Chiunque ci abbia provato lo può testimoniare.
Non è necessario buttarsi nell’agone delle prove di sopravvivenza. Basta anche solo discutere in piedi, rappresentando le proprie affermazioni su grandi fogli appesi. E poi partire per una passeggiata in cortile o in giardino.

lunedì 18 febbraio 2008

2- EMBODIED MIND – IL PENSIERO NEL CORPO

Noi pensiamo non solo con la mente, ma con tutto il corpo. E pensiamo in un certo modo perché il nostro corpo è fatto in un certo modo. E i nostri pensieri sono diversi a seconda degli stati del nostro corpo.
L’embodied mind è un concetto dell’embodied philosophy (Mark Johnson, Gorge Lakoff, Mark Turner, Rafael E. Núñez e altri), che afferma che il nostro modo di pensare può essere pienamente capito solo tenendo conto di come esso risieda e sia influenzato dalle strutture del nostro corpo, così come esso è stato plasmato dall’evoluzione e così come oggi lavora in ognuno di noi.
Le cose che noi pensiamo e il modo in cui le pensiamo, ad esempio, sono determinate fortemente dalle nostre strutture percettive (il fatto che abbiamo due occhi frontali, o un pollice opponibile): pensate alle immagini mentali, al linguaggio dei segni, alla percezione dei colori, alla visione prospettica, alle metafore che usiamo nel parlare, ecc.
Dice Johnson (1999) che l’embodied philosophy è in grado di mostrare come le leggi del pensiero siano metaforiche, non logiche; la verità è quindi piuttosto una costruzione metaforica, non un attributo della realtà obiettiva.
Le conseguenze di questo pensiero sono enormi. Facciamo solo due esempi:
L’idea di verità costruita è il contrario del fondamentalismo. L’etica che ne nasce è quella che ricerca continuamente le possibilità del dialogo tra le diversità nel reciproco rispetto.
Se il mio modo di pensare dipende dal modo di vivere e di muoversi del mio corpo, può darsi che pensare camminando generi idee diverse dal pensare stando seduti. È evidente che queste riflessioni generano idee nuove (o forse vecchissime: Aristotele teneva le sue lezioni passeggiando nel giardino della sua scuola ad Atene) in merito all’organizzazione dei nostri sistemi di apprendimento, ai nostri modi di fare formazione.

domenica 17 febbraio 2008

1- KNOWLEDGE MANAGEMENT E SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA

Knowledge management e società della conoscenza sono termini usati in molti contesti. Qui ne segnaliamo i due forse più importanti
Quello delle organizzazioni di lavoro.
Quello delle strategie di sviluppo dell’Unione europea.
PER LE ORGANIZZAZIONI DI LAVORO: è evidente che se hai una fabbrica, per produrre hai bisogno non solo di capitale fisico (impianti, macchinari, ecc.), ma anche di capitali più “intangibili”, tra cui le conoscenze delle persone che progettano, producono, vendono. Il KM è la cura (la ricerca, lo sviluppo, la difesa) di queste conoscenze. Questo vale ancora di più nel terziario, che come sappiamo occupa una parte sempre più importante nelle nostre economie. E vale ancora di più in quel terziario reticolare e velocissimo che è il mondo di Internet. Non c’è organizzazione di oggi che possa permettersi il lusso si non dedicare cura a questo capitale, intangibile ma importantissimo.
PER L’UNIONE EUROPEA: all'inizio degli anni Novanta due fenomeni di vasta portata hanno rivoluzionato il mondo: da un lato, l'emergere della globalizzazione, con la sempre maggiore interdipendenza delle economie e, dall'altro, la rivoluzione tecnologica, con l'arrivo di Internet e delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
I leader dell'Unione europea si sono resi conto della necessità di una profonda modernizzazione dell'economia europea per essere in grado di competere con gli Stati Uniti e con le altre grandi nazioni. Riunitosi a Lisbona nel marzo 2000, il Consiglio europeo ha conferito all'Unione un ambizioso obiettivo: diventare entro il 2010 "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale."

sabato 16 febbraio 2008

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