domenica 30 marzo 2008

7 QUALCOSA SEMPRE SFUGGE

Dunque della complessità non si può dare alcune definizione?
Non credo, e vorrei tentare almeno di segnalare alcuni punti che mi sembrano utili per diradare un po’ le nebbie attorno ad un concetto che a volte è rimasto colpevolmente nel vago.
Intanto, occorre dire che vi sono due diversi livelli a cui si può tentare di spiegare cosa significa complessità nell’epistemologia contemporanea.
Il primo livello riguarda il fatto che tutte le scienze contemporanee hanno incominciato, quale prima quale dopo, a ragionare e a lavorare con approcci e concetti di tipo sistemico. I sistemi sono divenuti oggetto delle analisi e delle progettazioni in campi diversi, come la biologia, la psicologia, la sociologia, l’ingegneria, la linguistica, l’economia, la politica, la fisica, la matematica, l’ecologia, la medicina, la chimica.
E ben presto questi sistemi hanno cominciato a manifestarsi, mano a mano che se approfondivano le osservazioni, sempre più complessi, nel senso della grande quantità, diversità e correlazione delle variabili che li costituiscono.
Questo è il primo concetto, il più banale, di complessità.
Ma esso implica direttamente il secondo livello, attinente alla difficoltà, per l’uomo, di ridurre questi sistemi complessi in proprio potere con operazioni semplici; l’uomo ha dovuto osservare che, mano a mano che il suo intervento su di essi aumentava, tali sistemi presentavano sempre qualche cosa di sfuggente, di ulteriore, una nuova frontiera, un comportamento imprevisto.
Questo è il secondo e più interessante livello cui si può tentare di spiegare cos’è la complessità.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Io continuo a credere che sia solo una questione di informazioni. Non abbiamo abbastanza informazioni, in questo il web ci da una mano, sicuramente.