giovedì 3 aprile 2008

9 IL FILO DI LANA SI SPOSTA IN AVANTI

Possiamo dire, sintetizzando, che la concezione tradizionale della scienza è stata quella dell'esplorazione e della bonifica di un cosmo visto come meccanicamente ordinato (Keplero, Newton): di fronte ad un universo da conoscere, la scienza (attraverso esperimenti, leggi, invenzioni) si muove come un esploratore che progressivamente sposta in avanti il confine tra terra conosciuta e terra incognita. La parte conosciuta aumenta, quella sconosciuta diminuisce.
E' un processo asintotico di avvicinamento progressivo alla verità. C’è un filo di lana che sarò raggiunto alla fine della corsa: sarà il momento in cui avremo capito tutto.
Ma se questa verità non esistesse nella forma così armonica come noi ce la immaginiamo (auspichiamo)? Se non fosse unica ma molteplice, non certa ma cangiante e disordinata? Se il filo di lana non esistesse?
In effetti, nel XIX secolo fa la sua irruzione nel panorama scientifico la realtà del disordine:
• il concetto di entropia del secondo principio della termodinamica di Boltzmann
• quello di relatività di Einstein
• quello di indeterminazione di Eisenberg
• il quanto di energìa di Planck
costruiscono un panorama di "disordine costitutivo" alle basi fondamentali dell'universo.
Il risultato è un capovolgimento della logica asintotica: ora il percorso della scienza sembra una gara in cui il traguardo si sposta in avanti mentre corriamo. Ad ogni scoperta (aumento della conoscenza) corrisponde l'apertura di nuove incognite (aumento dell'ignoranza).
La sfida della complessità si presenta oggi dunque come la necessità di fare i conti con oggetti della nostra attività che sono per definizione imprevedibili, cangianti, caotici.

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