domenica 2 novembre 2008

26 Costruttivismo

Sulla stessa scia, ma in una posizione ancora più radicale, si colloca l'altro grande epistemologo contemporaneo, Thomas Kuhn, il quale ci fa notare che una nuova spiegazione si afferma (grazie ad una "rivoluzione scientifica" che scardina la spiegazione precedente) perché appare più convincente, perché ottiene più consenso nella comunità scientifica.

Sia che ci si muova nella prospettiva neopositivistica di Popper, sia in quella post-positivistica di Kuhn, una convinzione l'abbiamo raggiunta: abbiamo sostituto la tradizionale visione della scienza che scopre, con la visione della scienza che inventa: la nostra conoscenza non è più una rappresentazione della realtà, ma una progettazione, un costrutto che genera ipotesi e leggi scientifiche la cui validità è legata (sia nella prospettiva razionalista di Popper, sia in quella consensualistica di Kuhn) al fatto di essere "adatte" di altre, in un vero senso evoluzionista.

Conoscere non è dunque scoprire, ma progettare, non esplorare, ma costruire universi.

A questo punto, non dobbiamo però credere che il progettista di cui stiamo parlando sia soltanto qualche straordinario scienziato. Progettista è l'osservatore del mondo. E, dunque, progettisti siamo noi tutti, tutti gli uomini che quotidianamente hanno a che fare con la complessità del loro mondo, con la complessità di lavorare, di crescere i propri figli, di distinguere il bene dal male, di prendere decisioni per il futuro.

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