martedì 4 novembre 2008

27 Internet ci rende stupidi?

C’è più di una connessione tra la questione della complessità e le riflessioni su come funziona il cervello umano. Una di queste sta generando un dibattito interessante sui collegamenti tra il nostro cervello e l’uso di tecnologie nate relativamente da poco, come internet e i telefonini.
“Is Google making us stupid?” è il titolo di un bell’articolo di Nicholas Carr apparso su The Atlantic, rivista da consigliare. Ne ho parlato un po’ nel blog dedicato alle reti del capitale umano.
Lì ricordavo, ad esempio, come gli ipertesti ci stiano abituando a saltare da un rimando a una altro in una sorta di parossismo che forse distrugge l’attenzione. Anche i banner e i pop-up distolgono continuamente la nostra focalizzazione. In generale, la potenza dello scritto si sostituisce alla potenza del lettore. E così diminuisce al nostra capacità di concentrarci e di focalizzare l’attenzione. La velocità e brevità dei testi stanno cambiando (e molti dicono demolendo) il linguaggio della scrittura. Google o Wikipedia ci fanno risparmiare un sacco di tempo, ma sono un po’ come delle autostrade tutte in galleria: ci portano velocemente a destinazione, ma ci fanno perdere completamente il senso del territorio, il senso di orientamento, la consapevolezza di dove ci troviamo rispetto a ciò che c’è intorno. Nel suo articolo, Carr guarda a se stesso e si accorge di avere perso la capacità di concentrarsi, la pazienza, la determinazione che richiedono, ad esempio, la lettura di un testo lungo e complesso o la ricerca di un’informazione in modo approfondito e affidabile.
Probabilmente tutto questo sta accadendo. Stiamo perdendo certe capacità. Ma abbiamo guadagnato la disponibilità enorme e immediata di informazioni. E, se siamo capaci, abbiamo ampliato enormemente il nostro potenziale di rapporti.

1 commento:

+39 340 3023425 ha detto...

Questo articolo ha generato effettivametne un grande dibattito, arrivato anche qui in Italia su diversi giornali e riviste. Consiglio vivamente di collegarsi al sito di Atlantic, è una vera miniera di ottimi articoli. http://www.theatlantic.com/