martedì 11 novembre 2008

30 Attacco alla neocorteccia

I meccanismi di cui ho parlato negli ultimi post sembrano indurre nelle società occidentali una crescente fuga dall'uso della razionalità. Con espressione un po’ scherzosa, Armando Massarenti dice che forse si tratta di un “complotto contro la corteccia cerebrale” e la sua utilizzazione, perché forse chi ha interesse a convincere le masse (la politica, la pubblicità) deve cercare di aggirare il pensiero critico.
Nel suo dialogo con Massarenti sui domenicali di marzo 2005 del Sole 24 Ore, Lamberto Maffei (Professore di neurobiologia alla Scuola Normale Superiore di Pisa e Direttore dell’Istituto di Neuroscienze del CNR) elenca alcune strategie che la politica e la pubblicità adottano per operare in questa direzione:
“1) Il messaggio deve arrivare all'interlocutore con la via sensoriale più potente e poiché nel cervello dell'uomo più del 50% dei neuroni risponde allo stimolo visivo non c'è nessuna sorpresa sul grande impatto a livello della comunicazione della televisione. In un mondo di ratti il grande comunicatore avrebbe probabilmente usato l'olfatto per dirigere i consumi dei suoi consimili su certi tipi di formaggio piuttosto che su certi altri.
2) Il messaggio deve trovare vie di ingresso già predisposte nel cervello dell'interlocutore; i messaggi ,fatti passare per le porte della sopravvivenza come sesso e cibo, sono sempre accolti senza proteste come del resto quelli che coinvolgono la sfera delle emozioni.”
Poiché l’ontogenesi ricapitola la filogenesi, la struttura funzionale del nostro cervello in qualche modo ripercorre l’evoluzione della nostra specie: dalle funzioni di base, vegetative, istintuali (che abbiamo in comune con tutti gli esseri vertebrati, ad esempio i rettili), a quelle emotive (che condividiamo con quasi tutti i mammiferi) a quelle più propriamente corticali (tipiche di alcuni primati e tipicamente dell’uomo). Le ultime sono quelle della razionalità e della critica. Chi ha interesse a riportarci al livello dei rettili?

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