lunedì 10 novembre 2008

29 Tutto si mischia?

Borges, nell'Aleph, racconta il timore che, chiudendo un libro, le parole si mischino tra loro. L’immagine non è solo fortemente poetica: evoca un disagio della nostra civiltà. Quello che ci possa sfuggire il controllo sui significati, che si possano perdere gli strumenti per decifrare la realtà.
Renata Mohlo, giornalista che si occupa di moda e arte, dice che “a furia di scardinare i significati e smontare le frasi per poi rimontarle, rivedere i singoli pezzi separati e ripetuti a vuoto, niente ha più il peso giusto, tutto equivale a tutto e i- simboli, le parole, i fatti, le immagini fluttuano in un limbo gelatinoso, non solo nelle nostre menti, ma intorno a noi. Frammenti di discorsi a un affollato party. Senza più alcun criterio si incrociano, si scontrano, si sovrappongono, si affiancano e si separano, producendo molta confusione. (…) È l'era della sconnessione del non collegamento. E paradossalmente è il frutto dell'eccedenza di comunicazione”.

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