lunedì 24 novembre 2008

32 Basilio di Cesarea, non disprezzare la carne che invecchia

In un passo dell’Esameron, Basilio di Cesarea prende il mutare continuo della luna come occasione per riflettere sull’instabilità delle cose umane. Basilio visse nel quarto secolo dopo Cristo. Di lui si racconta che dopo un lungo viaggio presso le comunità ascetiche dell’oriente abbia deciso di regalare tutti i propri beni. Fondò una comunità monastica, organizzò ospizi ed ospedali.
“Così lo spettacolo della luna ci ammaestra sulle nostre condizioni; così, prendendo coscienza della rapida mutevolezza delle cose umane, non insuperbiremo della nostra prosperità, non ci allieteremo del potere, non ci esalteremo della nostra incerta ricchezza, non disprezzeremo la carne soggetta a questi cambiamenti, e ci prenderemo cura dell’anima, il cui bene è immutabile.”(1)
Naturalmente la riflessione sulla mutevolezza e la caducità non è nuova, attraversa tutta il pensiero umano. Sotto questo aspetto, queste parole non sono altro che l’ennesima formulazione del panta rei di Eraclito. Con un richiamo essenziale: “ci prenderemo cura dell’anima, il cui bene è immutabile”.
Ma più di tutto mi ha colpito la frase “non disprezzeremo la carne soggetta a questi cambiamenti”. Ha un valore notevole per la nostra cultura contemporanea, così poco disposta ad accettare l’invecchiamento e l’imbolsimento dei corpi. La chirurgia estetica, gli sport estremi, le automobili potenti: in mille modi cerchiamo di dire a noi stessi che non stiamo invecchiando. Il mito di un’eterna giovinezza è il desiderio tragico dei nostri giorni.

(1) Basilio di Cesarea, Esameron, in Il racconto della letteratura greca IV, a cura di G. Paduano, Zanichelli, Bologna, 1991

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ragione. E sembra che anche il sesso c'entri. Più gli uomini invecchiano e più cercano di farsi delle amanti giovani. Il triste è che ci sono giovani donne che accettano di andare con vecchi bavosi...
Anna

Anonimo ha detto...

Centra però anche con il tema centrale di questo blog, visto che la conoscenza è tradizionalmente attribuita agli anziani. Senes, inlatino, da cui non a caso la parola Senatore. Se nella ns società cambia il rapporto con l'anziano, se la conoscenza e il diritto di affermarla sembra spostarsi in mano ai giovani la cui carne non è ancora invecchiata, io penso che cambi anche il valore e il tipo della conoscenza che prevale.
Angelo